PC.. per pescare !
“Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.”
Questa citazione attribuita a Confucio, rappresenta perfettamente quello che realmente l'Associazione si prefigge: dare la possibilità, in questo caso anche gli strumenti, a chi cresce nella Pediatria di Kimbondo di costruirsi un futuro dignitoso nella loro terra, con la propria gente.
Per questo motivo tra i vari progetti portati a termine nel corso dell’ultimo viaggio nella Repubblica Democratica del Congo dei Terrazzini, c'è stata la consegna di 2 Personal Computer ad alcuni ragazzi cresciuti nella Pediatria, che ora frequentano l'Università a Kinshasa, mentre un altro Pc è stato consegnato al Docteur Paul che lavora presso la Terapia Intensiva di Kimbondo.
La Pediatria rappresenta un importante presidio sanitario, ma per molti dei ragazzi che vi hanno trovato ricovero ha significato anche avere una casa ed una famiglia, per quanto numerosissima. In questi anni l’attenzione delle Associazioni che sostengono Kimbondo ha preso anche indirizzi riguardanti l’educazione e l’integrazione dei ragazzi cresciuti al suo interno.
Gli universitari di oggi sono quelli cresciuti insieme alla pediatria. Noi crediamo che un giorno fortemente che Lorick Mubiala, Dieu Merci Sombo, Fabrice Tshibilondi, Exauce Lema continueranno ad insegnare a "pescare" ai loro fratelli e, nel rispetto della propria cultura, si adopereranno per abbattere qualsiasi tipo di frontiera nel futuro loro e della loro comunità.
TZ

Una visita in Italia...
Padre Hugo Rios ospite a marzo 2016 de La Terrazza dell’Infanzia.
Anche questa volta in aeroporto. Il luogo per antonomasia di partenze, saluti e addii, per noi della Terrazza, invece, ha rappresentato e rappresenta ancora oggi un punto di incontro e di accoglienza per il nostro amico Hugo. E’ il 27 febbraio, data particolare per la nostra Associazione anche per altri motivi affettivi. E’ mattina e sono in compagnia di Emanuele. Entrambi un po’ assonnati, siamo intenti ad ingannare il tempo in attesa che l’aereo atterri. Ovviamente il momento evoca in noi i ricordi di 10 anni di vita associativa e, in particolare, quella mattina di tanto tempo fa, in cui, in quella stessa uscita, vedemmo per la prima volta il nostro missionario cileno. Allora non avremmo mai immaginato quanto quel primo appuntamento avrebbe caratterizzato, di lì in avanti, le nostre vite: la Repubblica Democratica del Congo, Kinshasa, Kimbondo, i mille volti della Pediatria. Tutto quanto sembrava distante è divenuto estremamente vicino, afferrabile. Buffo come oggi le nostre attese generino in noi sentimenti differenti. Siamo infatti passati dall’euforia di chi brillo subisce un over load di emozioni, alla timida preoccupazione dei figli che vedono il loro Padre invecchiare.
Hugo resterà in Italia circa venti giorni, ma stavolta con un programma di visite meno intenso rispetto a quanto ci ha abituati in questi anni. Infatti, causa un piccolo intervento a cui dovrà sottoporsi e la riunione di Hub for Kimbondo fissata a Roma, abbiamo avuto la possibilità di goderne appieno la compagnia. Fattori che lo hanno frenato, solo parzialmente, non impedendogli comunque di arrivare fino in Val di Fassa e tornare, trascinando il povero Lema, l’accompagnatore ufficiale in questo ennesimo viaggio in Italia, nel solito sfiancante tour, comunque utile ad appagare la curiosità di chi, come lui, per la prima volta visitava il nostro bel Paese.
Avere Padre Hugo come nostro ospite per molti amici de Terrazza dell’Infanzia è stata la prima opportunità per dare un volto ed una personalità a colui che per il gruppo fondatore ha rappresentato in questi anni una guida ed un punto di riferimento indiscutibile, entrando nell’immaginario di un’intera comunità attraverso i racconti, le testimonianze, i tanti resoconti dei viaggi dei volontari che hanno potuto operare nella Pediatria. Osservare l’ammirazione ed il rispetto, quasi al limite della riverenza, durante il primo incontro, oltre a far riemergere vecchie e mai sopite emozioni, fa anche sorridere. Soprattutto quando questo imbarazzo si scioglie quasi istantaneamente nella semplicità delle conversazioni, nella capacità innata che questo piccolo uomo ha nel riportare tutto ad una dimensione umana fatta di naturalezza, accoglienza, confronto, ascolto, voglia di raccontare un mondo dove tutto è collegato e la solidarietà e l’immedesimazione azzerano ogni distanza, materiale ed immateriale.
Padre Hugo, con contentezza e speranza, ha sottolineato la bellezza della nostra comunità che si è allargata considerevolmente. Cresciuta come nel tempo ha fatto la Pediatria, nonostante le difficoltà della crisi economia che affligge tante famiglie italiane potesse portare con sé pacifiche chiusure di fronte alle richieste altrui, specialmente se queste provengono da posti così diversi e lontani. E’ lì che risiede in vero la forza di un’associazione che in dieci anni non ha solo cercato risorse da destinare, ma contaminato un intero territorio, portando nelle case, nelle coscienze e nei cuori delle persone, le storie, i vissuti, i drammi, la cultura e le difficoltà di un Paese africano in cui ogni giorno si consuma vita nell’indifferenza. Per questo ha voluto ringraziare in più occasioni tutto il popolo di Palombara che aiuta i bambini che hanno bisogno di tanto sostegno concreto e, prima ancora, di non essere dimenticati.
Tuttavia agli occhi attenti di chi ha ormai imparato a conoscerlo non è passato inosservato quel velo di malinconia che è sembrato avvolgerlo durante la sua permanenza in Italia. Probabilmente la morte della dottoressa Laura Perna ha lasciato un piccolo vuoto anche in lui che ha riempito ogni sua azione di fede e provvidenza. E’ come se non trovare più al suo fianco lo spirito gagliardo di Mama Coco, che con lui creò ciò che oggi conosciamo come la Pediatria di Kimbondo, raccogliendo dalla strada le anime abbandonate dei tanti, troppi bambini di Kinshasa, lo avesse proiettato verso nuove preoccupazioni che non riguardano più la quotidianità, bensì il futuro e la sostenibilità di una realtà che si sta velocemente trasformando affermandosi sempre più come punto di riferimento, per competenza e gratuità degli interventi, non solo in Kinshasa.
Ma è un guardare oltre con ottimismo, laddove la cautela è figlia dell'instabilità politico/istituzionale della Repubblica Democratica del Congo, in cui la farsa democratica e la corruzione, tanto caldeggiata dagli investitori stranieri, rappresentano il vero ostacolo alla programmazione.
Il piccolo ospedale, è ormai dentro un processo di ampliamento e trasformazione che hanno come principali punti di forza i progetti per un padiglione chirurgico materno-infantile e la ristrutturazione della Neonatologia.
Il distretto di Mont Ngafula, dove sorge il complesso di Kimbondo, uno dei 24 comuni che costituiscono la Capitale, si sta caratterizzando per una straordinaria crescita di insediamenti abitativi, in cui stanno trovando ricovero soprattutto i profughi provenienti dalle zone di guerra. Nuove comunità che ormai si trovano a ridosso della Pediatria, la quale ne è indirettamente influenzata. La crescita esponenziale delle visite, dei ricoveri e delle accoglienze ha posto il problema di conciliare la volontà di non abbandonare nessuno, di insegnamento missionario che ha sempre distinto (e continua a farlo) la vision della Pediatria, con la necessità di riuscire a mantenere quella che ormai si è trasformata in una vera e propria struttura ospedaliera con alcuni padiglioni che hanno raggiunto standard prossimi a quelli europei: come l’ambulatorio dentistico e il centro trasfusionale. Una condizione che, già da qualche anno, anche se un po’ a rilento, ha portato all’avvio di un progetto educativo mirato principalmente al reinserimento familiare, la professionalizzazione dei ragazzi più grandi, attraverso la quale permettere loro l’integrazione all’interno del tessuto sociale del Paese, procedendo con tale metodo al riequilibrio tra entrate ed uscite. Un programma che travalica gli aspetti sanitari proiettando l’operato della Pediatria verso un’azione di cura ancora più incisiva perché indirizzata non più solo al singolo ma alle radici della società congolese.
A tutto ciò si aggiunge l’importante decisione, recentemente assunta, di scorporare l’area di Kinta, dove La Terrazza dell’Infanzia ha ultimato con successo la costruzione della scuola e dell’ospedaletto, dalla gestione della Fondazione Pediatrica, in un ottica di crescita e di sostentamento rivolta allo sviluppo e all’attrazione di nuovi investimenti in loco.
Probabilmente siamo arrivati al superamento degli obiettivi iniziali della dottoressa Perna e del nostro amico Hugo. Una maggiore complessità che però non sta perdendo le ragioni originarie: una struttura da avviare insieme alla popolazione congolese per lasciare ai fratelli africani la cura dei propri figli. Un traguardo che è stato in parte raggiunto con la definizione dei nuovi organismi della Fondation Pediatrique de Kimbondo (FPK), creata nel 1989 da Laura ed Hugo (fondazione senza scopo di lucro autorizzata al funzionamento come struttura sanitaria dal Ministro della Sanità) nei quali sono ora coinvolte figure di riferimento principalmente congolesi.
Dare forza alla popolazione congolese. Aiutarla non solo nell’emergenza, ma anche nella crescita di una nuova consapevolezza verso l’autodeterminazione.
Credo che nelle parole e nei ragionamenti espressi e non espressi da Padre Hugo ci sia la consapevolezza di un nuovo paradigma della solidarietà nel quale l’organizzazione a volte toglie il gusto della spontaneità, ma si pone come misura indispensabile per continuare l’opera degli amici congolesi e delle associazioni che continuano a sostenere la loro causa anche grazie alla costituzione di Hub for Kimbondo, associazione di II livello dentro cui si coordinano attività e si forniscono gli indirizzi strategici. La Terrazza dell’Infanzia, all’interno di HUB, si sta distinguendo per l’impegno, in particolare nel Gruppo di Lavoro sanitario di cui fa parte il nostro Emanuele.
Molti saranno sempre i problemi che caratterizzeranno la vita della Pediatria, ultimo in ordine di tempo gli smottamenti registrati a seguito delle pesanti alluvioni del mese di aprile, che hanno inciso sulla stabilità di molte strutture. Tuttavia la guida della Provvidenza, tanto cara al nostro amico cileno, nella quale ognuno di noi assurge significati e spinte differenti, riesce ogni volta a stupire, trasformando piccoli sogni in concrete e vive realtà.
G. P. 2016